Upload: il digitale come immmortalità

Nella società descritta in Upload, la nuova serie di Amazon, è possibile sopravvivere alla morte grazie ad aldilà digitali.

Fantascienza e morte in Upload

Upload è la nuova serie di Amazon scritta da Greg Daniels interamente incentrata sull’aldilà digitale.
Le vicende narrate sono ambientate nel 2033. In questo futuro, la tecnologia digitale consente alle persone di poter essere digitalizzate e caricate (da qui il titolo Upload) all’interno di aldilà digitali.
Questo caricamento digitale garantisce la prosecuzione di un esistenza oltre la morte.
Le vicende narrate sono quelle di Nathan che, a causa di un incidente stradale è uplodato dalla fidanzata nel ricchissimo e prestigioso aldilà chiamato Lake View.
Del defunto viene scannerizzata la sua coscienza, la personalità e i ricordi (quello che noi chiamiamo anima). Con questi dati digitali è creato un avatar che andrà a popolare l’aldilà digitale scelto. Il corpo fisico, invece, è congelato per poter essere riutilizzato in futuro quando sarà possibile riportare nella vita terrena il defunto, unendo le due componenti: quella materiale e quella immateriale digitalizzata.

L’aldilà digitale di Upload

Gli hard-disk contenenti i dati dei defunti sono caricati all’interno di paradisi digitali.
L’aldilà protagonista della serie si chiama Lake View e ha le fattezze di un albergo vittoriano americano molto lussuoso e con tutti i comfort.
I defunti possono continuare a vivere all’interno del paradiso, provando tutte le sensazioni della vita terrena. È addirittura possibile avere rapporti sessuali con i vivi).

Questo altrove è stato pensato proprio per essere un paradiso: gli animali parlano (e sono in realtà psicologi che aiutano il defunto ad ambientarsi all’interno di questa nuova realtà), le flatulenze sono profumate e tutto è quasi perfetto.
Ma il digitale conserva alcuni limiti: frame rate che va a scatti e non visualizza correttamente alcune aree del paradiso; sono necessari continui e costosi aggiornamenti; il mondo digitale dipende dalle infrastrutture tecnologiche (i morti stanno nella rete); le memorie dei defunti uplodate tramite dato digitale, possono essere manomesse o corrotte.

Upload: vista di Lake View l'aldilà digitale in cui è ambientata la serie.
Upload: vista di Lake View l’aldilà digitale in cui è ambientata la serie.

Un paradiso capitalista parecchio costoso

I morti che abitano i paradisi digitali dipendono dai vivi che grazie ai loro conti in banca e agli acquisti, possono garantire un’esistenza agiata ai propri cari defunti.
L’upload è una pratica costosa, e costoso è anche l’aldilà chsi sceglie (che può essere visitato quando si è in vita).
All’interno del paradiso, ogni defunto/account, ha a disposizione un’assistente denominata angelo, che controlla e gestisce il softwere e che controlla e spia la vita digitale del defunto. Lo stesso angelo fornisce , spesso, pubblicità su prodotti da acquistare per migliorare la permanenza a Lake View. Questi aspetti rendono il patinato e apparente aldilà parecchio inquietante e opprimente.

Esistono possibilità più accessibili, ma parecchio deprimenti e limitanti rispetto agli agi offerti ai più facoltosi. L’aldilà si trasforma in una questione di classe e questo genera scontri e malcontenti nella popolazione.

Il digitale per colmare l’assenza

La serie Upload, ci presenta un mondo in cui il digitale è riuscito a colmare l’assenza causata dalla morte grazie all’aldilà digitale.
In questo modo, i vivi si assicurano la prosecuzione dei contatti e dei legami con i propri defunti che possono essere contattati in qualsiasi momento, come se fossero ancora in vita.
Tramite le tecnologie si possono fare videochiamate tra vivi e morti, grazie alla realtà virtuale ci si può incontrare, baciare e abbracciare.

Il rituale funebre in collegamento con l’aldilà digitale.

Molto interessante la cerimonia funebre che si svolge all’interno di cappelle digitali che mettono in contatto, tramite maxi schermo, il mondo dei vivi da quello dei morti. Durante la cerimonia sono proiettati i ricordi digitalizzati del defunto che, inevitabilmente, riportano un’immagine del trapassato parziale. Ciò genera malcontento nel defunto che partecipa attivamente alle proprie esequie.
La questione dei dati digitali e della loro persistenza in rete, è già oggi tematica sensibile .
Tornando alla cerimonia funebre della serie, questa è svuotata dal suo ruolo commemorativo nei confronti del defunto ed è percepita quasi inutile agli occhi dei partecipanti: la presenza digitale sembra apparentemente colmare l’assenza procurata dalla morte.

Upload: il funerale di Nathan
Il funerale di Nathan.

Nuove frontiere

Il digitale pone indubbiamente nuovi interrogativi, strumenti e riflessioni anche nei confronti della morte, del morire e del lutto,
Upload, come altre serie sullo stesso argomento, ci mostrano futuri in cui i progressi tecnologici possono stravolgere il nostro rapporto con la vita e con la morte.

Ragionare su questi aspetti ci offre nuovi punti di vista e di riflessione per poter pensare in modo differente il nostro uso del digitale.

Per approfondire gli argomenti legati al digital e morte ti consiglio la lettura dei due testi scritti da Davide Sisto La morte si fa social: Immortalità, memoria e lutto nell’epoca della cultura digitale e Ricordati di me. La rivoluzione digitale tra memoria e oblio.

Upload: i morti stanno sulla rete, la nuova serie di Amazon Original | Parliamo di Morte
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parliamo di morte mathias mocci il progettoMathias

è nato a Cagliari (1988).
Si è laureato in Storia, critica e organizzazione delle arti e dello spettacolo all’Università di Parma con una tesi sulla tanatologia e la morte nell’età contemporanea. Si è poi specializzato con un Corso di Alta formazione in Cinema documentario e sperimentale presso l’Università di Parma e la Cineteca di Bologna Oggi si occupa di videomaking e cultura dell’immagine audiovisiva, digital communication e studio e diffusione di tematiche legate alla tanatologia e alla cultura gotica.
Ha fondato il progetto online Parliamo di morte.
Collabora con Il Rumore del Lutto.
È fondatore con Martina Massarente del progetto Gotico Digitale.

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