Pensare il proprio funerale. Marina Abramović e il suo testamento

Procedura da seguire quando Marina Abramović morirà

In caso di mia morte, desidero che si svolga la seguente cerimonia
commemorativa.
Tre Bare.
La prima con il mio vero corpo.
La seconda con un’imitazione del mio corpo.
La terza con un’imitazione del mio corpo.
Tre persone si occuperanno di portare le tre bare in tre diversi luoghi del
mondo (America, Europa e Asia). I loro nomi e le istruzioni da seguire
saranno conservati in una busta sigillata.
La cerimonia commemorativa si terra a New York, alla presenza di tutte
e tre le bare chiuse. Dopo la cerimonia le persone indicate seguiranno le
mie istruzioni per la collocazione delle bare. E’ mio desiderio che tutte e
tre vengano sepolte nella terra.
Tutti coloro che parteciperanno alla cerimonia finale dovranno essere
informati che non devono vestirsi di nero e che s’incoraggia l’uso di
qualsiasi altro colore. Desidero che i miei studenti… creino un progetto
per questa occasione.


La cerimonia sara insieme una celebrazione della vita e della morte. Al
termine seguira una festa con una grande torta di marzapane che avra la
forma e le sembianze del mio corpo. Voglio che la torta sia distribuita tra
tutti i presenti.


Disposizioni per il funerale di Marina Abramović. BAIARDI FRANCESCA (a cura di), Dr. Abramović, Milano, Feltrinelli, 2012, p. 5.

Pensare al proprio funerale

Nella nostra contemporaneità, pensare e organizzare il proprio funerale è una pratica poco diffusa. In questa situazione influisce la rimozione che la morte ha subito nell’arco dell’ultimo secolo.
Non è sempre stato così! Infatti, ci sono state culture (pensiamo a quella Egizia) che hanno dedicato moltissimo tempo nell’organizzazione dell’ultimo viaggio. Anche in epoche più recenti, legate alla cultura contadina, il pensare alla propria morte, organizzando in concreto il proprio funerale, non era una pratica inusuale.

Il funerale come performance artistica.

Il testamento di Marina Abramović dimostra come l’artista ha pensato di far diventare il suo stesso funerale una performance artistica.
Un funerale che riprende elementi tipici di rituali funebri legati a culture e epoche diverse creando, per il mondo occidentale, un nuovo modo di vivere e pensare la morte.

Il ruolo simbolico della salma

Il primo elemento che analizziamo è quello del cadavere.
Il cadavere dell’artista verrà collocato in una bara, ma le bare preparate saranno tre: nelle due rimanenti saranno inserite imitazioni del corpo della stessa artista.
Le tre bare, verranno collocate in tre luoghi diversi del mondo e nessuno saprà dove effettivamente è sepolta la bara contente le reali spoglie della performer.

Nei rituali funebri, il corpo del defunto ha una primaria valenza.
Nel suo studio sui valori simbolici del cadavere, intitolato Resti di umanità : vita sociale del corpo dopo la morte, Adriano Favole ha analizzato l’importanza che la salma ha per i viventi. Infatti, il cadavere serve per concretizzare la perdita e allo stesso tempo è di fondamentale importanza per l’elaborazione del lutto.

La scelta della Abramović pare quindi rimettere in gioco il ruolo del corpo all’interno del rituale funebre, ribadendone però la primaria valenza per via dei due ulteriori simulacri.

Morte e cibo nel funerale di Marina Abramović

L’unico corpo visibile sarà quello ricreato con il marzapane della torta presente alla cerimonia.
Si introduce, con questo elemento, il convivio funebre, usanza tipica in molti rituali legati al fine vita.
Inoltre, la torta, riprendendo le fattezze del corpo dell’artista, richiama rituali di endo-cannibalismo o cannibalismo rituale, presenti nell’Amazzonia contemporanea, in cui il corpo del defunto viene ingerito dai componenti della società per essere integrato al loro interno e
non collocato nella terra.
La riflessione sul rituale funebre offerta da Abramovic pesca, dunque, in culture e società differenti.

L’appartenenza alla terra

Il testamento di Marina Abramovic, prevede che le tre bare siano sepolte nella nuda terra.
Questo sembra dimostrare la ripresa di rituali funebri antichi: la terra diventa il luogo materno che accoglie le spoglie dell’uomo: terra come nuovo utero, come luogo di ricongiungimento alla natura.

Un ritorno alle origini.

Nella preistoria, la sepoltura prevedeva che il morto fosse deposto nella terra in posizione fetale, come un bambino nel grembo della madre.
La terra viene vista come materna, come in grado di ridare la vita e a contatto con essa devono essere sepolti i corpi.
La scelta dell’inumazione, richiamando tradizioni antiche, contrasta con la disposizione dei morti contemporanei delle società industrializzate in cui, in prevalenza, i corpi sono posizionati all’interno di loculi di cemento, questo per rispondere meglio ai problemi di spazio.

Ma la terra che ospiterà le spoglie dell’artista non è scelta a caso. Le tre bare, infatti, verranno ospitate in tre continenti diversi: America, Europa e Asia.
Questi sono i continenti che sono stati vissuti dalla stessa artista.
Ancora una volta la scelta sembra dimostrare un attaccamento ai luoghi che, in vita, hanno segnato il percorso dell’individuo.

Il testamento funebre di Marina di Abramović | Parliamo di Morte

Sapevi di queste disposizioni funebri realizzate da Marina Abramovic? Attendo i tuoi commenti al riguardo!

parliamo di morte mathias mocci il progettoMathias

è nato a Cagliari (1988).
Si è laureato in Storia, critica e organizzazione delle arti e dello spettacolo all’Università di Parma con una tesi sulla tanatologia e la morte nell’età contemporanea. Si è poi specializzato con un Corso di Alta formazione in Cinema documentario e sperimentale presso l’Università di Parma e la Cineteca di Bologna Oggi si occupa di videomaking e cultura dell’immagine audiovisiva, digital communication e studio e diffusione di tematiche legate alla tanatologia e alla cultura gotica.
Ha fondato il progetto online Parliamo di morte.
Collabora con Il Rumore del Lutto.
È fondatore con Martina Massarente del progetto Gotico Digitale.

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